lunedì 30 marzo 2015

Pasqua, la luna e tu.

Perché la data della Pasqua cambia ogni anno?
Dovete sapere che la regola per calcolarla proviene dalle decisioni prese durante il Concilio di Nicea del 325. L'idea fu di far coincidere la Pasqua con la domenica successiva alla prima luna piena post equinozio di primavera. Quindi potremmo affermare che la Pasqua è un po' “lunatica”.Quello che invece è una certezza è, che comunque vada, la Pasqua coincide con la nostra voglia di primavera, che esprimeremo con le decorazioni e i cibi. Premesso che, a mio parere, la semplicità è eleganza, la casa e la tavola di Pasqua si prestano a moltissime possibilità di decorazioni e creazioni, che sono un modo com un altro per divertirsi e creare un'atmosfera di festa. 
Per la tavola puntiamo sul bianco, come colore di fondo, per scegliere tovaglia e tovaglioli. Una tovaglia bianca, magari di un tessuto prezioso e con trame fini è l'ideale per il vostro servizio di piatti e di posate. L'importante è seguire uno stesso filo conduttore per la mise en place, i segnaposto e il centrotavola.
Puntate sul minimal chic, sullo shabby chic, sul bianco abbinato all'avorio, al giallo crema, al lilla... 
Qui troverete alcune idee molto "fattibili"
 http://www.desainer.it/consigli/idee-per-decorare-la-tavola-di-pasqua.php 
Per i cibi al prossimo POST: stay tuned!

domenica 29 marzo 2015

Vinitaly 2015

Another love story in Verona“.
Sul cartellone di pubblicità del Vinitaly non potrebbe esserci una frase più indovinata per Verona, per tutti la città dell’amore. E Verona durante i giorni dedicati a questo Salone, riversa sul vino tutta la sua capacità di amare.  
Del resto, per la città, quello per il vino è un amore antico. Io stessa, napoletana di origine, è qui a Verona, dove vivo da oltre trent’anni, che ho imparato a conoscere e ad amare il vino perchè non ci si può sottrarre: troppi vitigni, troppe cantine, troppe eccellenze…

Entrare al Vinitaly mi ha dato sempre una certa emozione, ma quest’anno l’emozione è stata doppia perché era il primo in veste ufficiale di Blogger. Per i primi minuti si è assolutamente spaesati perché non si sa mai da dove iniziare. Poi si prende il ritmo e si scoprono tante aziende, di cui fino ad un attimo prima neanche si sapeva dell’esistenza.
Il Vinitaly, prima ancora che un evento commerciale tra professionisti del settore,  è una manifestazione fatta di gioia, di 
incontri, di scoperte, per gli appassionati di vino o per semplici curiosi che vogliono un'assaggio di eccellenze,  indipendentemente dal fatto che si sia veri esperti, futuri compratori, amanti dell’alcool o piuttosto gente che recita goffamente il ruolo dell’intenditore, gli stand di ogni regione e di ogni città attendono tutti i visitatori per offrire, con gentilezza, il meglio delle loro cantine.




 

Ben riuscito il Fuori Vinitaly, dove Verona si è lanciata in proposte interessanti per un dopo fiera che di fatto è diventato un altro modo per vivere la città.
Nelle serate della Fiera la città ha accolto con innumerevoli eventi street e modaioli, culturali e no, sia gli stremati operatori, sia gli amanti degli assaggi di tutto il mondo. 
Masse ondeggianti si sono  affollate ai dj set, alle letture, ai buffet, ai vernissage di mostre e a qualsiasi altra cosa che includesse un bel calice di vino, ormai, visto le ore tarde, scelto a caso.

 








 Un appunto negativo in chiusura però ce l’ho:
come addetta ai lavori vorrei per il prossimo anno la copertura WI-FI su tutti i 100.000 metri quadri della fiera, per assicurare un’informazione più completa e immediata. Le compagnie telefoniche, la mia sicuramente,  non sono state assolutamente in grado di offrire una copertura di rete almeno decente e il servizio wi-fi offerto dalla fiera è stato di faticoso utilizzo.

martedì 24 marzo 2015

Terramare.

L'incontro di oggi con le cantine proposte nell'ambito dall'evento "Young to Young" del Vinitaly, è un vero e proprio viaggio lungo la nostra penisola, dal Friuli alla Calabria, passando per le Marche.


Un viaggio per terre che hanno caratteristiche simili: paesaggio collinare, che guarda verso il mare, di cui serbano il ricordo alla bocca.
Si parte dal centro, con la Cantina CIU' CIU', nelle Marche, terra dove i colli sono coltivati, in una varietà, in un ordine e in un'armonia meravigliosa, in massima parte a vigna.
Walter ci ha portato il PECORINO DOCG 2014, un bianco autoctono dell'alto Piceno.
Per le Marche il vino è un fatto di grande importanza, a cui vengono dedicate cure appassionate e scrupolose e se é vero che il vino deve rappresentare l'espressione più autentica del territorio d'origine, il vino dell'azienda Ciù Ciù fonde ed esprime le due anime delle Marche, la terra e il mare.
Con la cantina SIMON DI BRAZZAN e il suo BLANC DI SIMON riserva 2010, invece, siamo in Friuli, terra ardente e impetuosa, terra dove, sebbene si vinifichi in grandissima quantità si beve più di quanto si vinifichi. Non c'è appasionato di vini che non sia passato per il Friuli.
Innumerevoli sono i tipi di vitigni coltivati e i vini sono tutti squisiti e rinomati. Qui siamo sulle prime colline che sporgono sulla pianura, con il mare che, seppur non vicinissimo, fa sentire il suo potentissimo afflusso di correnti calde e il raddoppio del calore solare.
Quello presentato oggi è un gran bel vino, al naso e in bocca. Profumo aromatico, molto intenso.
All'assaggio la scoperta del sapore procede gradualmente: all'inizio senti il sapore del profumo, poi schiacciando la lingua sul palato senti un che di amarognolo, un'idea di cedro, di mandorla.
È un vino che decisamente può invecchiare.
Infine con la Cantina CALABRETTA arriviamo in Calabria, una regione che si sta muovendo nella direzione giusta e che propone realtà che meritano grande attenzione. 
Cataldo con la sua cantina da soli 3 anni è partito alla riscoperta della Calabria vinicola, partendo dal passato della sua famiglia e facendo innovazione, con un grande amore per territorio.
Il suo CIRO' viene da lontano ma sicuramente guarda al futuro. Ha un bagaglio di tradizione che saprà spendersi nel mondo. Vino rosso, generoso, potente ma non invadente.
Un gran bel viaggio di assaggio quello di oggi.

lunedì 23 marzo 2015

Vino, la grande bellezza.

Bella è bella e lo si vede; preparata lo è e lo si sente; appassionata, senza dubbio e lo si intuisce, giovane, evidentemente e lo si apprezza.
Sto parlando di Veronica Adami Serenelli, dell'azienda Agricola Ca' Pigneto di Negrar, in Valpolicella.

L'ho incontrata al Vinitaly, nello spazio Young toYoung, domenica 22 marzo. Questa giovane donna, elegante, gentile e forte, rappresenta la terza generazione della sua famiglia, quella generazione che, preso il testimone dell'azienda, la porterà verso i traguardi futuri.
In un quarto d'ora è riuscita a comunicare, con vibrante passione, l'amore per il suo vino, per il suo territorio, per la sua famiglia.
Ha presentato con professionalità e slancio l'Amarone di Ca' Pigneto, il grande vino della Valpoliclla, facendoci percepire con concretezza e vivere nella sua totalità, l'esperienza e il lavoro di tanti anni che sono dietro un simile risultato, la felice miscela di Territorio, Azienda e Famiglia che ne sono la forza.
Il vino proposto ha "avvolto" il naso con il suo profumo, con le sue note speziate, con i suoi sentori di cannella, pepe e cuoio e ci ha "condotto" in un mondo magico. 
Intenso e persistente, ben equilibrato, elegante, armonico.
Da bere e bere e bere...

domenica 22 marzo 2015

Vino al vino.

Qual'è il segreto per fare un buon vino?
Si dice che il vino è frutto della terra e del lavoro dell'uomo. Beh, credo sia vero.
Un buon vino, un grande vino, dipende dai fattori climatici, ma anche dai viticoltori, quando hanno qualcosa di diverso.
Quelli incontrati questo pomeriggio a YOUG TO YOUNG, al Vinitaly di Verona, hanno questo qualcosa di diverso. Sono giovani, innamorati delle loro vigne e pazienti. 
Hanno avuto pazienza nell'aspettare il loro turno generazionale; hanno avuto pazienza nel lavoro di selezione delle varietà di uve da valorizzare, o da riscoprire, o da ambientare; hanno avuto pazienza nell'imparare dalle generazioni passate, per poi superarle.
Il vino è un prodotto squisitamente è costituzionalmente artigianale, quasi artistico, condizionato dal luogo e dai limiti della terra dove maturano le uve, caratterizzato dai metodi, tradizionali o innovativi che siano, dalle cure individuali con cui si scelgono i vitigni, si piantano e si potano le viti, si procede alle disinfestazioni, si monda il terreno intorno, a suo tempo si vendemmia, si pigia, si lascia fermentare più o meno a lungo, si filtra....
I quattro giovani produttori di vino incontrati oggi sono la testimonianza di tutto questo.
Gabriele, dell'azienda PODERE CONCORDI, con il suo Melograno, gran cru di Garfagnana nell'alta Toscana, energico e suadente;
Simone, dell'azienda LA BARBATELLA, con la sua Barbera d'Asti Superiore Nizza "La vigna dell'Angelo", in Piemonte, purpure, profumato e luminoso;
l'azienda SAN LORENZO, con il suo Montepulciano d'Abbruzzo, Escol, caldo, di grande struttura, aromatico;
Veronica, dell'azienda CA' PIGNETO, di Negrar, nella Valpolicella classica, con il suo Amarone speziato, di grande personalità.
Attraverso le loro storie, diverse ma simili abbiamo gustato un grande passato e abbiamo gettato uno sguardo sul futuro.
Buon lavoro ragazzi.

sabato 21 marzo 2015

Divino e di... altro.

Beh, ovviamente, non di divino, ma è di vino che stiamo parlando, visto che questo fine settimana a Verona si svolge il Vinitaly. E allora andiamo a vedere cosa vuol dire "vino".
Il vino in natura non esiste, è frutto dell'abilità dell'uomo e del suo lavoro e l'Italia è un paese di vigne che produce una considerevole quantità di vino. Tutte le nostre regioni concorrono; e ciascuna ha le sue uve, le sue specialità: un'infinita gamma di specie e sottospecie, di sapori, di colori, aromi, fragranze. Sicilia, Campania, Toscana, Veneto, Lombardia e Piemonte sono le regioni con una grande e consolidata tradizione. E molte altre si sono avviate sulla buona strada, riscoprendo vitigni, valorizzando zone vocate, innovando tecniche enologiche.
Il vino è, quindi, un prodotto"artigianale" anche quando le procedure sono industrializzate ed è un bene culturale, in grado di racchiudere ed evocare i luoghi, i paesaggi, le tradizioni del suo territorio.
Dolce, secco, rosso, bianco, spumante... per ogni gusto, per ogni cibo, per ogni occasione.
Dentro ogni bottiglia c'è una storia: della località di origine, del podere dove sono piantati i vigneti, della cantina dove si è proceduto alla vinificazione. Materiale per infiniti viaggi "d'assaggio" e il Vinitaly con i suoi 4 giorni di esposizione offre la possibilità di conoscere, assaggiare ed apprezzare tante buone bottiglie, non solo italiane.
Concludo con due domande: che cos'è un vino senza gli amici? Un vino senza gli amici con cui condividerlo è poco più di niente; che cos'è un vino senza cibo? Un vino senza cibo con cui abbinarlo è un vino incompleto, perché a stomaco vuoto quasi ogni vino sembra gradevole, invece un buon piatto esalta e completa il suo gusto.
Allora tre indirizzi a Verona dove andare a mangiare, bene, in compagnia e a bere qualche buona bottiglia. Non sono posti a buon mercato, ma il rapporto qualità prezzo è notevole. E quando i soldi sono spesi bene... In queste sere è d'obbligo la prenotazione.

Trattoria Pane e vino - via G. Garibaldi 16/a - 045 800 8261
Una trattoria in centro, raffinata e suggestiva. Fanno buon uso dell'Amarone...
Prezzo 35/50 € (molto poi dipende dal vino scelto)

Ristorante Officina dei Sapori - via G. B. Moschini, 26 - 045 913877 (zona San Giorgio)
Un ristorante molto elegante ed accogliente dove si propone solo pesce, solo pescato, solo del mediterraneo, sia cotto che crudo. Vero tripudio.
Prezzo 50/70 € (poi il vino che si sceglie)

Se invece cercate un posto dove mangiare in modo molto più informale, ma bere comunque qualche buona bottiglia, consiglio l'osteria Ripasso in via Umbria 1/b - 045 2523493 (Corso Milano).
È un posto adatto ai più giovani...
Buone serate gente.



venerdì 20 marzo 2015

Rosso di sera.

Questa sera, prima di dormire, qualche proverbio, qualche frase celebre sul vino.
Solo una piccola selezione, una degustazione. Sempre guardando al Vinitaly.
Foto dal Web
A chi non piace il vino, Dio tolga l'acqua.
Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere (C. Baedelaire).
La vita è troppo breve per bere vini mediocri (Goethe).
Bisogna dire pane al pane e vino al vino.
Il vino é la poesia della terra (M. Soldati)
I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia (M.R. Stern)
Un pasto senza vino é come un giorno senza sole
Un po' di vino lo stomaco assesta,  offende il troppo vin stomaco e testa.
Vino al sapore e pane all'odore.
Ne sapete altri..?
A domani.

mercoledì 18 marzo 2015

Pane al pane...

Per un blog che si chiama Pane e Vino e che ha sede a Verona l'evento Vinitaly rappresenta un invito a nozze, un momento forte e coinvolgente.
Poichè del vino ve ne parlerò perchè ne è il protagonista, ho pensato che dobbiamo parlare anche di "pane", visto che anche il cibo sarà molto presente dentro e fuori la fiera.
Del resto io sono fortemente convinta che il vino vada sempre gustato in abbinamento ad un cibo, ad un piatto, ad una pietanza. Bere senza mangiare è un'esperienza incompleta. Vini da "meditazione" esclusi, ovviamente. Ripeto, a mio personale parere.
Allora veniamo alle proposte Vinitaly and food, dentro e fuori fiera. 
Dentro la fiera la Brand Events Italy, organizzatrice dei Taste Festivals Italia, di cui il Taste of Christmas di Verona, porta alcuni esponenti della grande ristorazione italiana con i 2 ristoranti del Bistrot Enolitech al Padiglione F e dei 2 del Ristorante Goloso al Padiglione C.
Durante i 4 giorni delVinitaly i visitatori e gli ospiti, sia italiani che stranieri, potranno assaggiare i piatti di 4 grandi Chef a prezzi accessibili a tutti.
Gli chef sono: Andrea Provenzani del Liberty Ristorante e Daniel Canzian del Ristorante Daniel del Taste of Milano;  Giulio Terrinoni di Acquolina Hostarie e Angelo Troiani del Convivio Troiani del Taste of Roma.

Poi ci sono le proposte nel centro antico della cittaà... Ma questo al prossimo post.

martedì 17 marzo 2015

Vinitaly. Verona. Vino

Quella che è cominciata oggi è una settimana speciale per Verona, la città in cui vivo: è la settimana che precede il Vinitaly, il salone internazionale del vino, che dal lontano 1967 ogni anno questa città ospita. Probabilmente questo è l'evento più importante del settore vinicolo, sicuramente il più conosciuto e di maggior impatto.
Comincia domenica 22 marzo e per 4 giorni tutta la città sarà coinvolta in questo evento, con un intenso programma di manifestazioni, serate, incontri, degustazioni, workshop, sparsi nelle piazze, nei palazzi storici e nei ristoranti. Anche se il salone è mirati all'incontro delle cantine espositrici con gli operatori del settore, quello che c'è fuori salone è un appuntamento da non perdere per noi che siamo semplicemente amatori inesperti del vino.
Sì, perché é così che io mi considero. E anche se negli anni alcune esperienze "enologiche" mi hanno istruito un pochino, rimane salda in me la consapevolezza di quanto sia vasta ancora la mia ignoranza in materia e di quanto sia difficile l'argomento vino.
Per me il vino é come un essere umano: variabile, misterioso, ineffabile, effimero. Ed é così che in questi giorni ve lo racconterò.
Sarò dentro la fiera e poi fuori nella città per raccontarvi un "viaggio nel vino".
So, stay tuned... 

venerdì 13 marzo 2015

Verdure di stagione: asparagi.

Marzo. Spring is in the air.
Beh, non si può dire che la primevera non sia nell'aria.
Nelle ore centrali della giornata già c'è quel tepore che promette bene e che preannuncia la fine dell'inverno. E il nostro corpo se ne è accorto. Siamo un po' stanchi, un po' svagati, meno concentrati.
Abbiamo voglia di stare fuori, di camminare, di avere il sole in faccia.
E in cucina, a tavola, nel piatto, abbiamio voglia di leggerezza, di novità.
Allora diamo uno sguardo a cosa offre la nuova stagione che arriva con marzo.
Cominciamo con gli asparagi, che nei banchi dei negozi, mercati e supermercati già si trovano quelli coltivati in Italia.
L'asparago, come ben sapete , ha proprietà diuretiche e depurative, giusto utili in questa stagione.
Conosciuto e coltivato già nell'antichità, si mangia la cima, ma, dopo opportuna peletura, si può usare in cucina anche la prima parte del gambo (il turione). Più il gambo è grosso, più c'è polpa, più è tenero.
Le cime cuociono velocemente e di solito si lasciano intere, per decorare i risotti,  le paste, le quiches.
I gambi, pelati, stufati e frullati servono da base legante, per il risotto, per i sughi, per i ripieni.
Molto duttile in cucina, accompagna bene ogni genere di piatto: servito come antipasto, accompagnato da crostini caldi e una salsa vina igrette; come contorno; nei primi quali risotti e pappardelle; nelle frittate e nelle quiches con la ricotta... Molto bene "maritato" con crostacei e molluschi.
In ultimo il colore. La scala cromatica ne indica il sapore: da quelli bianchi molto delicati, a quelli verdi molto più forti, fino ai selvatici con note amare.
VINO: con i piatti a base di asparagi molto bene un vino bianco, fermo e leggero.Agni regione ha il suo.
Buon lavoro e buon appetito

lunedì 9 marzo 2015

Caffè.

Pronti per il lunedì? Io no.
Il lunedì non è un giorno della settimana, ma uno stato d'animo e per molti di noi, pessimo.
Ma perchè il lunedì non ci piace?  

 

Proviamo ad "analizzare"...
1) Si è spostato il nostro "fuso orario": le 2 o 3 ore di sonno in più del sabato e della domenica valgono per il nostro bioritmo come un jet-lag.
2) Si è verificata una caduta libera: dal rilassante weekend, tutto hobby, amici e famiglia, si è bruscamente caduti in una impegnativa giornata di lavoro.
3) Ci si sente uno straccio: due giorni di cene, pranzi e brindisi di troppo hanno messo KO il nostro fegato e il nostro cervello.
4) Tutti sono di malumore: sul posto di lavoro nessuno parla e noi, che siamo un essere sociale, invece abbiamo bisogno delle chiacchiere per iniziare bene la giornata.
Questi sono alcuni motivi che, così su due piedi, mi vengono in mente.
Sicuramente ce ne sono moltissimi altri che si possono aggiungere, così che ognuno può stilare la sua personalissima lista.
Quello che mi interessa in questo momento è: prendere un buon caffè, scambiare due parole amiche e incrociare un bel sorriso.
Buon lunedì, gente. 
PS. Mentre bevete il caffè, vi lascio in compagnia di Vasco Rossi.

domenica 8 marzo 2015

Mimosa.

l'8 marzo è il giorno dedicato alla donna. A quest'essere speciale, allo stesso tempo forte e debole.

E allora un pensiero a tutte.
A quelle deboli, spaventate dalla vita, sfinite dalle preoccupazioni, dai problemi quotidiani, da un compagno di vita inadeguato, dal lavoro usurante, dalla cura degli anziani e dei figli. E a quelle forti, che sanno difendersi bene, che riescono a portare con fierezza la loro meravigliosa femminilità, che vivono una vita appagante. Che le une possano essere di insegnamento alle altre. Perché nessuno ce la può fare da solo. Neanche i più forti..
Buon 8 marzo sorelle.

martedì 3 marzo 2015

Carbonara. Vegetariana.

Avete presente quelle sere, che dopo una giornata di lavoro, torni a casa con l'unico pensiero in testa di rilassarti con un buon piatto di pasta e un bicchiere di vino?
Ecco, stasera era proprio una di quelle.
Io adoro gli spaghetti e, quando penso ad un cibo appagante, penso a loro. In qualsiasi modo conditi.
Indossati i comodi abiti da casa, ho cercato ispirazione nel frigo.
Giusto il tempo di incrociare con lo sguardo 2 zucchine e un'idea si è fatta strada con chiarezza: carbonara vegetariana. La puoi fare anche con i carciofi, o con altra verdura, ma secondo me con le zucchine "spacca". Ti concedi un piatto appagante senza sensi di colpa.
Non è poco...

Ingredienti per 4.
400 g di spaghetti
4 zucchine piccole
4 tuorli
50 g di parmigiano grattugiato
Olio e.v.o. (8/10 cucchiai)
Un pizzico di aglio in polvere
Due dita di vino bianco
Sale e pepe

Procedimento.
In un tegame adeguato mettere l'olio, l'aglio in polvere e le zucchine tagliate a tocchetti.
Far andare a fuoco moderato per 10 min e aggiungere il vino bianco.
Far evaporare, girando con il mestolo di legno.
In un piatto sbattere i tuorli con un pizzico di sale, abbondante pepe macinato fresco e il Parmigiano.
Scolare gli spaghetti al dente, metterli nel tegame e saltarli a fiamma alta per 1minuto.
Togliere dal fuoco, mettere il composto di uova e mescolare con cura, aiutandosi con 1 o 2 cucchiai di acqua di cottura, per rendere il tutto cremoso.
Mettere di nuovo il tegame sul fuoco giusto il tempo che riprenda calore, ma prima che l'uovo possa rapprendersi.
Mettere nei piatti e spolverare ancora pepe....
Vino: io ci vedo bene un buon bianco come il Soave, il Greco di Tufo, il Grillo siciliano.

lunedì 2 marzo 2015

Marzo. Svegliamoci...

Ci siamo, marzo è arrivato .
Amici, sveglia!

 E sì, perchè non so voi, ma io durante l'inverno mi sento come in letargo.
Certo, la vita scorre, come un rosario tra le mani, ma in una sorta di silente indeterminatezza. 
Sempre in ambienti chiusi, con il freddo fuori, il cielo incolore sulla testa...
Invece marzo ti da' la scossa, sembra dire: "Ehi, guarda che l'inverno sta finendo...". E tu già lo avvertivi, lo intuivi dal fatto che sotto il piumino da qualche giorno metti un solo maglione e non più due, dal cielo che qualche mattina si presenta di un bell'azzurro, dalla voglia di stare fuori, in giro, di sederti all'aperto nelle ore più calde. E dal cibo. Improvvisamente hai voglia di colore, di leggerezza, di sapori che ti colpiscano.
E sì, perché per noi che ci occupiamo di "food" ogni passaggio di stagione ha una sua concretezza ma quello che ci porta in primavera è quanto mai entusiasmante. Pirotecnico.
Ci vien da dire: basta con le solite zuppe.
Ne parliamo...
Intanto vi lascio una bellissima poesia di Salvatore Di Giacomo, diventata una canzone, che descrive benissimo il carattere di questo mese e il suo influsso sul nostro umore:

Marzo: 'nu poco chiove
E 'n'atu ppoco stracqua.
Torna a chiovere, schiove,
Ride 'o sole cu ll'acqua.

Mo 'nu cielo celeste,
Mo 'n'aria cupa e nera.
Mo, d' 'o vierno, 'e ttempeste,
Mo 'n'aria 'e primmavera.

Marzo: 'nu poco chiove
E 'n'atu ppoco stracqua.

'N'auciello freddigliuso
Aspetta ch'esce 'o sole.
'Ncopp' 'o tturreno 'nfuso
Suspirano 'e vviole.

Catarì, che vuò cchiù?
'Ntienneme, core mio!
Marzo, tu 'o ssaje, sì tu
E 'st'auciello songh'io.

Marzo: 'nu poco chiove
E 'n'atu ppoco stracqua

Marzo: un poco piove
Ed un poco cessa.
Torna a piovere, spiove,
Ride il sole con l'acqua.

Ora un cielo celeste,
Ora un'aria cupa e nera.
Ora, dell'inverno, le tempeste,
Ora un'aria di primavera.

Marzo: un poco piove
Ed un poco cessa.

Un uccello freddoloso
Aspetta che esca il sole.
Sul terreno bagnato
Sospirano le viole.

Caterina, che vuoi di più?
Capiscimi, cuore mio!
Marzo, tu lo sai, sei tu
E quest'uccello sono io.

Marzo: un poco piove
Ed un poco cessa.