mercoledì 30 dicembre 2015

Capodanno.

Ecco, ci siamo, oggi è l'ultimo giorno dell'anno. Siete pronti?
Si lo so, è appena calato il sipario sul Natale... Calma, direte voi. Giusto.
Del resto, solo pochi giorni fa eravamo tutti lì a festeggiarlo il Natale, con grandi pranzi, lunghi e sontuosi, affollati e faticosi. 
Sicuramente, l'impegno profuso ci ha lasciato un po' di stanchezza e tanta voglia di tranquillità. 
E' normale.
Però la soddisfazione, grande, di essere riusciti a tenere tutto insieme, di essere riusciti a creare quella magia, che è un po' il senso della vita, di aver avuto intorno a noi tutti quelli che amiamo e che ci amano, ci ha ampiamente e generosamente ripagato. Vi pare poco?
E allora bando alla malinconia, alla stanchezza e a quella sana pigrizia che poi ci ha avvolti e ci ha rigenerato e prepariamoci ad aspettare la fine di questo 2015. E a festeggiare l'anno che comincia...
Voi cosa farete questa sera?
Natale, si sa, lo si passa con la famiglia, ma Capodanno ci lascia tutti molto più liberi. 
Si va via per una breve vacanza, si va in montagna, si va nei locali a ballare, si va al ristorante...
E se si decide di stare in casa con amici, l'onere e l'onore della preparazione e dell'organizzazione della serata si possono e si devono condividere. 
E questo è quello che da qualche anno faccio io: passo l'ultima notte dell'anno in casa, con un gruppo di cari e vecchi amici, chiacchierando, scherzando, mangiando, ascoltando musica, aspettando il primo giorno dell'anno nuovo per scambiarsi auguri di cuore. 
Condividendone l'organizzazione: chi ospita non cucina. chi va ospite porta una pietanza. Giusto, no?
Negli anni ho trascorso tanti Capodanno in giro, in locali, in ristoranti, in vacanza, ma la situazione
che ormai preferisco è stare in casa, mia o di amici, perché questo ci consente di dare alla serata il
ritmo e i tempi che si vuole e che più ci appartengono. Mi rilassa molto.
Ma cosa indosseremo..? Nero o rosso..?
E cosa mangeremo..? Carne o pesce..?
Va bene tutto. Le regole, per una volta, ce le facciamo noi. Stiamo sereni.
Infine, poiché questo è un Blog di cibo, vi lascio anche una ricetta.
E' un'insalata che può andar bene come antipasto. 
E' molto scenografica e, vista la presenza dei chicchi di melagrana, anche di augurio di buona fortuna per l'anno che verrà.
Insalata della festa.
Indivia 3 cespi
Finocchi 2
Arance 2 ( + 1 per il succo) 
Limone 1/2 (per il succo)
Melagrana 1 
Il succo di 1 arancia e di 1/2 limone
Sale, pepe 

Pulite e tagliate l'indivia. 
Affettate sottilmente il finocchio. 
Pulite a vivo le arance e dividete in spicchi. 
Sgranate la melagrana, togliendo tutto il bianco intorno ai chicchi.
In una grande e bella insalatiera (bianca) mettete l'insalata e il finocchio. 
Al momento di servire condite con il succo degli agrumi, poco sale e pepe macinato fresco. Girate.
Infine mettete i chicchi di Malagrana e portate in tavola.
E mi raccomando: tante e buone Bollicine!!!
Buon Anno, cari amici!

lunedì 28 dicembre 2015

Pasta e lenticchie. A Napoli la si mangia così.

La cucina napoletana di tutti i giorni è decisamente sbrigativa, fatta di piatti semplici e abbastanza veloci e quindi, se si parla di legumi, un posto d'onore ce l'hanno le lenticchie, visto che cuociono in poco tempo, sono particolarmente ricche di elementi nutritivi e sono buonissime. 
Quindi non consumiamole solo a Capodanno, ma portiamole in tavola molto più spesso.
Semplice, però non vuol dire facile. 
Vediamo come fare.
Intanto è sempre meglio scegliere le lenticchie essiccate e non quelle già pronte in scatola, poiché solo le prime mantengono tutti i principi nutritivi che le caratterizzano, mentre le seconde contengono spesso conservanti e sodio. Poi scegliamo una varietà italiana, visto che sono anche le più gustose. Infine cuociamole con attenzione, immergendole in acqua pari al doppio del loro volume, in modo che possano assorbirla completamente durante la cottura, trattenendo così vitamine e sali minerali.
Tra le varietà italiane le migliori sono quelle di Castelluccio di Norcia, di Colfiorito, di Altamura, delle Eolie e di Ponza.

Ingredienti.
350 gr di pasta mista ( o di soli spaghetti spezzati molto corti)
350 gr di lenticchie 
150 gr di olio EVO
2 spicchi di aglio
2 pomodori pelati
prezzemolo tritato
sale e pepe qb

Procedimento.
Fate cuocere le lenticchie in acqua fredda pari al doppio del loro volume.
Quando saranno quasi cotte, aggiungete gli spicchi di aglio, i pomodori, il sale e l'olio e fate andare ancora per almeno mezz'ora a fiamma molto bassa. Devono mantenere la giusta densità (tenete dell'acqua bollente a disposizione per eventuali rabocchi).
Cuocete la pasta a parte, scolatela a metà cottura e aggiungetela nelle lenticchie, insieme al prezzemolo. Completate la cottura, regolando bene il quantitativo di acqua per mantenere la consistenza morbida e un po' cremosa della minestra.
Spegnete il fuoco e fate riposare 5 minuti prima di servire. 
Macinate pepe fresco.

venerdì 25 dicembre 2015

Finalmente Natale.

Sicuramente l'attesa è sempre la parte più bella e magica di una festa. 
Se poi questa festa è il Natale, la bellezza e la magia dell'attesa raddoppiano. C'è proprio l'incanto.
Da bambini il Natale si comincia ad aspettarlo mesi prima. Ricordo, infatti, che quando ero bambina io, già in ottobre alla ripresa della scuola si cominciava a parlarne, si cominciava ad aspettarlo e a sognarlo. Anche ora, che sono alquanto "cresciuta", nulla è cambiato.
E questo, credo, vale un po' per tutti perché poi, alla fine, il Natale è la vera grande festa dell'anno: ci puoi provare a far finta di niente, che non è importante, ma alla fine ti coinvolge e ti travolge.
Quando poi, come nel mio caso, si ha avuto la ventura di trascorrere l'infanzia in una grande famiglia, affollata di zie, nonne e cugini, la parola Natale ha un senso molto concreto, compiuto e pieno.

Ma dicevamo dell'attesa. 
Ormai è Natale.
Ieri è stata la vigilia e in casa mia, da buoni meridionali, l'abbiamo festeggiata con grande importanza, con tutta la famiglia riunita. La giornata per me è trascorsa in cucina per i preparativi del "cenone" e poi tutti a tavola, a condividere questo momento di gioia. Oggi, che è Natale, si replica.
In questi ultimi giorni, come tutti voi, ho cercato di organizzare al meglio quello che serve per la tavola, i regali, il cibo e l'accoglienza. Non manca nulla. Siamo pronti.
Per la Vigilia, ovviamente menu di pesce:
Antipasti in piedi: zeppoline di baccalà, tartine con il salmone e vino Prosecco.
Primo: linguine con gli scampi (ho trovato quelli del canale di Sicilia!) e vino Franciacorta
Secondi: branzino (pescato!) all'acqua pazza, frittura di calamari e gamberi e Franciacorta.
E poi tutto quello che fa Natale: noci, nocciole, frutta secca, Panettone, struffoli e vino Moscato.
Naturalmente, fuori menù, gli immancabili piatti bene auguranti di ogni vigilia napoletana: pizza di scarola e insalata "di rinforzo". 
Il bello è che questa della vigilia viene definita "cena di magro " ...

Per oggi, Natale tutto secondo tradizione:
Tortellini di Valeggio (Pastificio Remelli) in brodo e vino rosso.
Bollito con le salse, anche la "Pearà" e vino rosso.
Contorni di verdure e poi tutto quello che fa Natale: noci, nocciole, frutta secca, frutta fresca, Panettone, struffoli e vino Moscato.
Il pomeriggio tutti insieme a vedere film, a fare giochi da tavolo e a chiacchierare.
Lentezza, lentezza, lentezza...
Buon Natale cari amici. 

lunedì 21 dicembre 2015

Biscotti al profumo di Natale.

Alzi la mano chi in questo mese di dicembre non ha sfornato, almeno una volta, una bella teglia di biscotti fragranti e profumati.
Ah, però, qualche mano alzata c'è. Non credevo.
E allora per voi cari amici, che per mancanza di tempo, per scarsa perizia o per altro, non avete ancora messo le mani in pasta e dato fuoco alle polveri, scrivo questa ricetta molto base, molto semplice, ma di sicura riuscita, qualora voleste cimentarvi. Non è mai troppo tardi.


Io vivo a Verona e qui già per Santa Lucia si comincia a"biscottare" e si prosegue poi per tutte le feste. Devo dire che fare biscotti è un rito consolatorio e rilassante, oltre che molto natalizio.
Da qualche anno li regalo anche agli amici, incartati nel cellophane, belli infiocchettati con un nastro rosso e un rametto di agrifoglio. Semplice e molto gradito.

  
Poiché il tempo a disposizione è sempre poco, quando decido di farli, preparo l'impasto il giorno prima, lo conservo in frigo in un sacchetto per la congelazione e al momento buono lo tiro fuori mezz'ora prima. Una spolverata di farina e via di matterello e formine.


C'è da dire che nel periodo delle feste su molti blog o siti di cucina si trovano ricette fantasmagoriche e rutilanti di biscotti natalizi con ingredienti esotici e farine introvabili . Ecco se cercate quello, allora questa ricetta decisamente non fa per voi. Ma se invece volete dei biscotti semplici, dal sapore di casa, fragranti e irresistibili, allora fermi tutti e procedete con questa ricetta.


Passate le feste, non c'è alcuna controindicazione al farli di nuovo.
Buon lavoro.
Ingredienti.
300 gr di farina (io uso la 1, meno raffinata, ma anche 0 va bene)
150 gr di burro ammorbidito a temperatura ambiente
100 gr di zucchero
2 tuorli d'uovo
buccia di limone grattugiata (biologica) oppure, se piace, polvere di cannella
un pizzico di sale.
Procedimento.
Versate sul piano di lavoro la farina, fate al centro il cratere e mettete il burro a pezzetti, lo zucchero, i tuorli, la scorza di limone e il pizzico di zucchero.
Impastate insieme gli ingredienti quel tanto che basta per amalgamarli, bagnandovi le mani con acqua fredda se risulta slegato.
Fate una palla, mettetela nel sacchetto per alimenti e lasciatela riposare in frigo per mezz'ora.
Oppure, come detto prima, fino a quando non decidete di fare i biscotti. Comunque per non più di 2 giorni.
A me piaccio belli spessi e quindi quando con il matterello tiro l'impasto lo lascio bello alto. 
Ma anche sottili sono buoni. Fate delle prove.

Volendo, mentre lavorate, mettete su della musica natalizia e la "modalità Natale" sarà on. 
Un vero relax.

venerdì 18 dicembre 2015

Un Natale frizzante.

Le bollicine piacciono. È una certezza. 
E a me, piacciono moltissimo. Sono innamorata del loro gusto leggero e frizzante.
Le trovo lievi, carezzevoli, eleganti, avvolgenti, spumeggianti e un po' birichine. 
Sanno accompagnare tutte le occasioni di incontro senza fare una piega: un aperitivo, un pranzo veloce, una cena rilassante. Ma anche bevute da soli...
Tra pochi giorni sarà Natale e ci ritroveremo seduti a tavola con la famiglia, con i parenti, con gli amici, a godere di quei momenti di avvolgente calore che il convivio sa dare.

Ed è in occasioni come queste che è opportuno servire un vino che sappia accompagnare e valorizzare i nostri pranzi, senza appesantirci.
3 dicembre 2015: Degustazione del Prosecco Perlage in occasione del trentennale
Già in altre occasioni ho detto che, a mio parere, con le bollicine si può accompagnare un intero pranzo, grazie alla bassa gradazione alcolica, alla finezza dei profumi fruttati, freschi e fragranti, alla gradevole acidità, alla versatilità e alla loro semplice piacevolezza. Accompagnano senza sovrastare. 
E tra le tante bollicine c'è il Prosecco, vino tipico della zona di Conegliano e Valdobbiadene.
Qui, ad un'ora da Venezia, si produce il miglior Prosecco che si possa trovare in Italia.
Tra le tante cantine vi propongo la cantina Perlage, che dal 1985 produce Prosecco DOC e DOCG biologico e dal 2004 anche biodinamico e due etichette vegane.
Ma guardate voi stessi....            
                                                         http://www.perlagewines.com/

                            http://www.perlagewines.com/prosecco-biologico-docg/col-di-manza.htm



                          http://www.perlagewines.com/prosecco-biologico-docg/canah.html




Non resta che dire: Bollicine!!!

giovedì 17 dicembre 2015

Sette giorni a Natale.

Gente, ci siamo. Tra una settimana è Natale. 
Pronti? 
Ma che domanda..!

Come ogni anno, per quanto si faccia per arrivare preparati a questo bel gioco che è il Natale, alla fine, dopo 364 giorni, l'epilogo arriva all'improvviso, come una luce in fondo al tunnel. 
Quasi di sorpresa. Ma niente panico. 
Da domani faremo insieme il punto della situazione, un ragionato riepilogo degli impegni e delle scadenze che ci aspettano. Da domani...
Ma quando si è cominciato a festeggiare Il Natale? 
La festa del Natale fu introdotta nel calendario cristiano dall'imperatore Costantino nel 354 d. C.
Prima di quella data i Cristiani festeggiavano solo la Pasqua, che ricordava la resurrezione di Cristo.
Il 25 dicembre, invece, era il giorno in cui Roma celebrava la festa del Solstizio d'inverno, evento che chiudeva il periodo del buio e apriva la strada alla luce della primavera. 
Era una festa pagana, caratterizzata dalla gioia che si provava per il sole che riprendeva il suo cammino verso un nuovo splendore.
I Cristiani fecero loro questa festa perché consideravano Gesù il sole, venuto dall'alto ad illuminare quelli che stanno nelle tenebre. Così il 25 dicembre è diventato il "Natale", la "nascita".
Con il tempo poi, nel corso dei secoli fino ad oggi, il Natale si è caricato, altre che di valori profondi e spirituali, di riti e contenuti simbolici.
Vediamoli.
Scambiarsi gli auguri di "Buon Natale", come augurio di continua rinascita alla vita.
Ritrovarsi in famiglia, come senso e bisogno di appartenenza ad un gruppo che ti accoglie e ti sostiene incondizionatamente.
Lo scambio dei regali, come scambio di gioia con le persone che ti sono care.
Le luci dappertutto, come simbolo di amore e di pace. 
Ecco.
Sta a noi, poi, coglierlo come un'occasione per fermarci un po', come un momento speciale da condividere con le persone che amiamo.

martedì 8 dicembre 2015

Natale per terra. I regali.

Dopo il Natale nell'aria, arriva il momento del Natale per terra, ovvero dei chilometri che ci sono da fare  per cercare i regali giusti per le persone a cui tieni e per organizzare tavola e menù.


In questi giorni di ponte dell'Immacolata la mia città, Verona, è stata affollata come non mai. Allegri sciami di persone in giro per il Mercatino di Natale di piazza dei Signori e per le strade del centro città, tutti a gustarsi proprio l'aria di Natale e, naturalmente a fare acquisti. 
Il Natale ora è veramente molto tangibile.


Io sono a buon punto con i regali e spero di finire gli acquisti entro sabato. Poi mi dedicherò completamente alla tavola e al cibo per la vigilia e per il giorno di Natale.
Mi piace molto dedicarmi a questa pratica. Con calma e con impegno.
Per tradizione di famiglia è sempre stato così, sin da quando ero bambina io e pensavano a tutto la nonna, le zie e mia mamma. E io guardavo incantata. Il Natale si preparava per tempo, con calma e in modo corale.
Ora che loro non ci sono più e io sono alquanto cresciuta, la memoria di quel tempo accompagna e riscalda i miei giorni di festa.


Ma torniamo ai regali. 
La scelta dei regali per Natale è facile per la persone a noi veramente care, di cui conosciamo gusti ed abitudini e a cui vogliamo veramente fare il dono. A loro sappiamo sempre benissimo cosa regalare, perché ogni giorno li ascoltiamo, li vediamo, li amiamo.
Per i regali di cortesia a quelle persone che frequentiamo con meno assiduità, invece, la scelta è un po' più complicata. Bisogna scegliere qualcosa che non sia assolutamente inutile e, che dopo il 26, si abbia ancora voglia di avere fra i piedi. E che dopo un po' di tempo si ricordi chi l'ha regalato...
Quindi per le signore opterò per utensili di cucina, anche inusuali, per gli uomini per una buona bottiglia di vino da conservare e da bere poi con calma in un momento per loro speciale.
E voi, cosa regalate?

sabato 5 dicembre 2015

Natale nell'aria. La cura.

Oggi inizia il ponte dell'Immacolata e per tutti noi è l'inizio ufficiale del Natale.
Se fino ad ora abbiamo cominciato solo a pensarci, ora il gioco entra nel vivo e bisogna "fare".
Intanto ci sono da fare l'albero e il presepe. I simboli.
E proprio oggi, prima di entrare come tutti nel mood del Natale, mi va di fare una breve riflessione.
Proprio guardando il presepe. Non come simbolo religioso. No.
L'aspetto religioso del Natale, , ognuno lo vive in modo personale e solo dentro di sé.
Invece io voglio riflettere sul Natale come occasione di pausa, di silenzio, come momento utile per prenderci cura di noi, delle persone a noi care, per rinsaldare gli affetti e per sospendere almeno un attimo il vortice della quotidianità.
E qui c'entra il presepe.
Se alla nostra vita non diamo profondità, spessore e se non mettiamo forza nei rapporti umani è un po' come vivere sempre in un presepe: un bel quadro, un contesto bello, ordinato, sì, ma immobile, inutile. Vuoto.
Perché a dare significato e senso alle nostre azioni, alla nostra vita sono la cura costante che ci prendiamo degli altri, i sentimenti forti che mettiamo in gioco,  i rapporti saldi che manteniamo con le persone che ci circondano. E per farlo ci vuole forza, un po' di tempo e silenzio.
Silenzio inteso come concentrazione, attenzione.
Dedichiamo, allora, questo tempo, da oggi fino al 25, a rallentare, a guardarci intorno con occhi attenti, a vedere gli altri come persone vere e non come sagome che stanno sullo sfondo.
Le statuine del Presepe...
Cosa abbiamo intorno? Il compagno di vita, i figli, gli amici, i parenti, i colleghi di lavoro... Persone.
Ci si mette una vita a creare questi legami significativi: curiamoli, rinnoviamoli, lubrifichiamo con cura i sottili fili che ci legano a loro, affinché non si spezzino e diventiamo, anche solo per il periodo del Natale, il centro di gravità di tutte queste persone.
Facciamo che la nostra casa sia un luogo accogliente, ospitale, dove rifugiarsi, dove incontrarsi.
Non occorrono grandi cifre. Occorre un grande cuore.

Merry Christmas.

lunedì 23 novembre 2015

Aperitivo. Zeppoline ai profumi dell'orto.

Ormai i miei amici non sanno farne a meno e ogni volta che vengono a cena da me se le aspettano per l'aperitivo. Cosa? Ma le zeppoline.
Sono delle deliziose frittelle di pasta lievitata, che a Napoli generalmente si fanno mettendo in una pastella le alghe di mare, o le acciughe, o il baccalà o con i fiori di zucchina tritati. 
Io, invece, da servire come aperitivo, quasi sempre le faccio aggiungendo all'impasto un trito di erbe dell'orto: salvia, rosmarino, timo... Con le bollicine sono un vero peccato di gola.
Si possono friggere anche un po' prima dell'arrivo degli ospiti. Poco prima, però.


Ingredienti.

farina 0  200 gr 
lievito di birra 1 cubetto
acqua tiepida 1 tazza 
sale 1/2 cucchiaino scarso
erbe aromatiche fresche tritate 2 cucchiai 
Olio di oliva o di arachide per friggere, abbondante.

In un recipiente sbriciolate il lievito di birra e scioglietelo con un po' dell'acqua calda. 
Aggiungete la farina e il sale e iniziate ad impastare con una mano, versando a filo il resto dell'acqua, fino ad ottenere una pastella densa. Aggiungete le erbe. Lavorate ancora un po' l'impasto con una mano, "sbattendolo". 
La consistenza deve essere morbida ma "sostenuta". Se serve aggiungete ancora un po' di acqua.
Lasciate lievitare coperto almeno un'ora. Meglio due.
Mettete sul fuoco una padella con i bordi alti con l'olio.
Prelevando l'impasto utilizzando 2 cucchiai (uno prende e l'altro spinge giù la pastella) friggete le zeppoline poche alla volta, Devono gonfiare e dorare.
fatele asciugare bene su carta assorbente.
Servite calde.

VINO:  Solo e assolutamente bollicine fredde. Prosecco, Champagne...

mercoledì 4 novembre 2015

Spaghetti al pomodoro. Sembra facile.

Due spaghetti al pomodoro? E che ce vo'?!
Ecco. In questa frase c'è tutta l'incoscienza che istintivamente mettiamo nelle nostre azioni quotidiane, quelle che diamo per acquisite, scontate. Soprattutto in cucina.
Per carità non voglio mettervi ansia, ma lo sapete i cibi semplici sono anche i più difficili da realizzare. Non si scappa, devono essere perfetti nella fattura e superlativi negli ingredienti.
Però quanta soddisfazione!!!
E poi diciamolo chiaramente: a tutti noi piace sperimentare, assaggiare, provare piatti nuovi o di tendenza o esotici, ma davanti ad un piatto "consolatorio" della tradizione ci sciogliamo.
Ecco, gli spaghetti al pomodoro, consolano. E poi fanno gruppo, tavolata, convivialità, allegria. 
E allora prepariamoli con cura. Spaghetto giusto, pomodoro maturo e olio di frantoio.
Vi do' la mia ricetta. Moooolto sperimentata.
Per 4 persone.
Spaghetti 400 g (io uso quelli della Voiello, ma di buoni ce ne sono anche di tante altre marche)
pomodori di Pachino 300 gr
olio E.V.O. 8 cucchiai
aglio 2 spicchi in camicia
zucchero una punta abbondante di cucchiaino
basilico 8 foglie

Procedimento.
Tagliate a metà i pomodorini.
In un tegame adeguato mettete l'olio e l'aglio. 
Appena l'aglio inizia a profumare toglietelo (deve essere ancora bianco), mettete la punta di zucchero e mettete i pomodorini tutti girati con la parte tagliata in giù nell'olio. Devono "caramellare"
Fate andare a fiamma vivace per pochi minuti, girateli con un mestolo e spegnete. Aggiustate di sale, ma con attenzione. Il pomodoro deve rimanere dolce...
Fate cuocere gli spaghetti al dente, metteteli nel tegame con i pomodori e rimettete sul fuoco. 
Aggiungete 1 cucchiaio di acqua di cottura, amalgamate velocemente spaghetti e sugo e spegnete. Aggiungete il basilico e mettete nei piatti. Potete anche portare in tavola direttamente il tegame. 
Se piace si può spolverizzare con pepe macinato al momento. 
Anche il formaggio si può mettere, parmiggiano, pecorino o cacioricotta. 

VINO: direi un rosso leggero, tipo Bardolino.
Buon appetito.


lunedì 2 novembre 2015

Broccolo Imperiale.

L'autunno quando arriva, arriva. 
Ed è arrivato. Lieve, avvolgente, tiepido e luminoso. Almeno qui a Verona, giornate illuminate da un sole che consola, che ti invoglia ad alzare la faccia per riscaldarti, che ti porta a camminare col naso in su per guardare i colori delle foglie e del cielo.
E in cucina tu cerchi di mettere nel piatto i colori, i profumi e i sapori di questa stagione. 
Io amo utilizzare i prodotti della stagione. E' così facile e salutare. 
(immagine dal sito: www.mediterraneafrutta.it)
Con l'autunno torna la zucca, tornano i broccoli, i cavoli, il radicchio, i porri.... E quindi avanti a sbizzarrirci a condire la pasta  con le verdure o a farla ripiena; a preparare le vellutate, le zuppe, le minestre, i dolci....
Oggi vi propongo questa ricetta della pasta con i broccoli che è una fusione tra Sicilia e Puglia. 
Una delizia. Anche veloce da preparare.
Io qui ho usato gli spaghetti grossi, ma con questo condimento sono perfetti anche i bucatini o gli spaghetti integrali.

INGREDIENTI per 4 persone.
spaghetti 350 gr
broccolo verde 1\2 kg
acciughe sott'olio 4 filetti
pomodori secchi sott'olio 5 - tritati con il coltello
olio EVO 8 cucchiai
aglio 1 spicchio in camicia
un po' di peperoncino (secondo il gusto, ma non troppo)
pane secco grattugiato grosso e tostato in padella con un po' di olio
PROCEDIMENTO.
Dividete il broccolo in cimette. 
Nella pentola dove cuocerete la pasta, cuocetelo nell'acqua bollente e moderatamente salata per 5 minuti.
Intanto in un tegame di grandezza adeguata fate insaporire l'olio con l'aglio e le acciughe. 
Togliere l'aglio e aggiungete i broccoli, con un paio di cucchiai della loro acqua.
Aggiungete i pomodori secchi, coprite e fate andare a fiamma bassa.
Cuocete gli spaghetti, scolateli e saltateli in padella con il condimento.
Mettete nei piatti e spolverate con il pangrattato tostato.

Vino: un rosso un po' frizzante, tipo lambrusco.

venerdì 30 ottobre 2015

Halloween? Muffin con la zucca!

Se un pomeriggio avete dei bambini in casa o, semplicemente, volete stare un po' tutti insieme in cucina a trafficare, vi propongo di preparare questi muffin, tipicamente autunnali per l'impiego della zucca nell'impasto, che permettono una lavorazione a più mani... Danno soddisfazione.
Considerato poi che ormai è fine ottobre, che è Halloween, festa che ha pervaso la nostra cultura (era tipica del mondo anglosassone, sconosciuta da noi fino ad alcuni anni fa...) approfittiamo proprio di questo fine settimana per prepararli. 


Occorrente per 13\15 muffin:
zucca mantovana 225 gr
burro 150 gr (consistenza a pomata)
farina 200 gr
amaretti 50 gr
zucchero di canna 80 gr
miele di acacia o di millefiori 2 cucchiai da minestra
uovo 1(medio)
cannella in polvere 1/2 cucchiaino
noce moscata in polvere 1/2 cucchiaino scarso
bicarbonato 1 cucchiaino 
sale fino un pizzico con 3 dita

Procedimento.
Pulite e tagliate a tocchetti la zucca e cuocetela in acqua bollente per 20 min.
Scolatela, fatela asciugare su carta assorbente e frullatela subito con il frullino ad immersione. lasciatela poi raffreddare.
Intanto in una capiente ciotola sbattete con le fruste di uno sbattitore il burro già ammorbidito, fino a ridurlo in crema e aggiungete, sempre sbattendo, lo zucchero, il miele, la crema di zucca e l'uovo.
Quando la crema è ben liscia smettete.
In un'altra terrina ponete la farina con gli amaretti tritati, il bicarbonato, il pizzico di sale e le spezie, mescolate bene e aggiungete poco alla volta alla crema, amalgamando il tutto.
L'impasto si presenta molto morbido, pertanto utilizzando un mestolino ed un cucchiaio riempite i pirottini posti in una teglia da muffin. 
Infornate nel forno già caldo a 200° per 15 min.


HAPPY HALLOWEEN!

mercoledì 28 ottobre 2015

EXPO. Io ci sono stata.

Expo sì, Expo no... alla fine ci sono andata.


Io, veramente, non nutrendo alcun pregiudizio in merito a questo evento, volevo andarci da subito, già a giugno, però, poi, per impegni sia familiari che di lavoro, ci sono andata la scorsa settimana.
In questi mesi, spesso, ho sentito persone dire: io all'expo? nemmeno gratis! E poi in tanti a dare giudizi negativi, espressi senza aver nemmeno visto di persona... per puro pregiudizio ideologico.
Del resto ci sono sempre quelli del "però". Sempre e comunque. Il mondo è bello per questo. 
Io, purtroppo, sono una persona curiosa e ostinatamente ottimista e mi piace vedere e cercare in tutte le cose se c'è qualcosa di buono. Anche nell'Expo. 
Inoltre nel 2008 ero stata all'Expo di Saragozza ed ero rimasta affascinata dal "tutto e qui" che una simile esposizione consente di sperimentare e volevo ripetere l'esperienza.
Il tema scelto per Saragozza era Agua y Desarollo Sostenible ( Acqua e Sviluppo Sostenibile), con l'obiettivo, tra tanti, di guidare il visitatore verso una considerazione del proprio rapporto con l'acqua e l'ambiente, che di solito, soprattutto a noi occidentali fortunati, sfugge e di far conoscere nuove strategie e nuove tecnologie che potrebbero consentire lo sviluppo sostenibile.
Quindi, dopo l'acqua, il tema dell'Expo 2015 di Milano, Nutrire il pianeta, energia per la vita, sua logica conseguenza, mi è sembrato imperdibile. 


Non darò giudizi. Dico solo che per me è valsa la pena andare. Volevo esserci e l'ho fatto.
Mi sono piaciuti il padiglione della Francia, che si ispira alle Halles, i tipici mercati coperti francesi e quello degli Emirati Arabi, una sinuosa duna di sabbia.



E l'Albero della vita, con i suoi giochi di luci, di colori, di acqua e di musica.



Interessante il raggruppamento dei paesi nei Cluster, padiglioni collettivi con la logica dell'identità tematica e della filiera alimentare: il riso, il caffè, il cacao, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-Mediterraneo, isole mare e cibo; zone aride. 
Certo, ho fatto le code; certo, è stato stancante; certo, alcune cose potevano essere governate meglio (tipo l'accesso degli sciami di scolaresche); certo, alcune code sembrano create un po' ad hoc...
Ma è stato bello esserci. E' stato bello dare uno sguardo d'insieme e vedere come pensa il mondo. 
E poi, diciamolo, poteva una foodblogger non essere all' EVENTO che riguarda l'alimentazione? 
All'evento che chiama in causa le tematiche legate al cibo: dall'educazione alimentare alla mancanza di cibo; dalla manipolazione degli OGM, alle nuove tecnologie che fanno innovazione; dalle tradizioni che guardano all'innovazione e alla creatività senza perdersi..?
L'obiettivo primario è il diritto per tutti, inalienabile, ad una alimentazione sana, sicura, sufficiente, ma nel rispetto delle risorse del pianeta e della sostenibilità dello sviluppo necessario.
Discutiamone.


sabato 17 ottobre 2015

Autunno. Colori e sapori: risotto con la zucca e...

Ecco, sono arrivate.
Le prime piogge, copiose, hanno fatto capolino in queste mattine e l'autunno, d'improvviso, ha invaso la nostra vita. Dopo un'estate rovente, veramente da incubo, un po' di fresco ci da' quasi un sottile piacere. In effetti è il primo anno che provo questa sensazione di benessere con l'arrivo nell'autunno. Di solito per me non è così. La fine dell'estate mi mette malinconia. Ci voleva quest'estate così torrida per farmi apprezzare l'arrivo delle giornate uggiose, della pioggia e delle finestre chiuse.
E allora abbandoniamoci all'autunno e, da brava foodblogger, gustiamoci i cibi che tornano, come i funghi, le castagne, la polenta, la zucca e viviamo pienamente il piacere di portarli in tavola.
Ecco, allora, la ricetta che più di tutte a casa mia sancisce ufficialmente l'arrivo di questa stagione: il risotto con la zucca. Una vera prelibatezza.
Come tutti i piatti semplici, però, è l'eccellenza degli ingredienti che fa la vera differenza.
C'è da dire che vivendo a Verona io ho vita facile, perché qui  la zucca abbonda, soprattutto quella mantovana, che è dolce e cremosa e il riso è imperiale.
Non azzardatevi a fare questo piatto senza gli ingredienti giusti perchè viene una vera schifezza: la zucca deve essere quella tonda mantovana e il riso Vialone Nano o, meglio ancora, Carnaroli. 
Il tocco in più, poi, che vi qui vi propongo è l'aggiunta della mostarda nella mantecatura. 
Volendo si può variare con l'aggiunta di briciole di amaretto e\o di pezzi di salsiccia sbriciolata. 
A vostro gusto. Provateli tutti.
Procediamo.

Per 4 persone.
Zucca mantovana (cappello del prete) 500 gr
Riso Vialone Nano o Carnaroli 350 gr
Brodo vegetale (sedano, cipolla, carota) 1 litro
Olio EVO 4 cucchiai
Burro 80 gr
Mostarda di mele cotogne o di pere 30 gr (1 cucchiaio) tagliata molto piccola
Procedimento.
1) Ammorbidite la zucca nel forno a microonde, o in una pentola col vapore, per poterla tagliare facilmente a dadini e ridurla in purea. Preparate il brodo vegetale, facendo cuocere le verdure a lungo.
2) In un tegame con l'olio far tostare il riso e aggiungete la purea di zucca.
3) portate a cottura il risotto, aggiungendo il brodo a girando con costanza. il riso Carnaroli ha una cottura lunga.
4) Spegnete il fuoco e mantecate: aggiungete un ultimo 1\2 mestolo di brodo bollente, il burro molto freddo e il cucchiaio di mostarda. Girate a lungo, coprite, per far riposare, 2 minuti e servite.
Vino: un Pinot grigio o un Soave.

sabato 3 ottobre 2015

Maremma da amare. Emozioni di settembre.

Pecorino Toscano DOP. Blog tour.
Settembre è iniziato alla grande, con la partecipazione al tour che l'AIFB (Associazione Italiana Food Blogger), in collaborazione con il Consorzio del Pecorino Toscano DOP, ha organizzato  alla scoperta della Maremma, il territorio "principe" per la produzione del Pecorino Toscano.



Obiettivo del tour era di far conoscere il valore e l'unicità del prodotto "Pecorino Toscano DOP" e di focalizzare l'attenzione su di esso attraverso i racconti dei Blogger per i loro lettori e le immagini diffuse nei vari canali social della Rete.
Ci è stato mostrato il "dietro le quinte" del pecorino: il territorio e le persone che permettono la realizzazione di questo prodotto di vera eccellenza.


Partiamo dal territorio: la Maremma.
La Maremma è la parte più bassa della Toscana, una zona selvaggia e raffinata al tempo stesso.
Qui le colline sono più aspre rispetto a quelle più a Nord della Regione, ma altrettanto sontuose ed eleganti. A settembre, quando l’estate non è ancora finita, ma l’autunno fa già capolino nell'aria, la Maremma è uno spettacolo veramente seducente e mi ha decisamente incantato.


Abbiamo trascorso due giorni ospiti del Consorzio del PECORINO Toscano DOP, in questo angolo di paradiso immerso nella natura, lontano dal caos del turismo delle grandi città d’arte toscane, per conoscere l'allevamento delle pecore e la produzione del formaggio e per vivere ed ammirare questa terra così vocata alla pastorizia
Vediamo le persone: gli allevatori, i maestri casari e i responsabili del Consorzio.




Venerdì siamo stati a Semproniano (Grosseto) a visitare un allevamento tipicamente maremmano, con circa 300 pecore gestite con cura e consapevolezza dalla famiglia Vannini, fra pascolo e stalla. le ho viste pascolare serene sui prati intorno alla fattoria. Ho visto la mungitura.


Il loro latte sa di erba e di cielo e dà un formaggio squisito, che fonde in bocca.


Per ottenere questi risultati ci vogliono perizia, esperienza e cura, perché quello che le pecore mangiano lo si ritrova poi nel loro latte e se è buono fa la differenza del formaggio. Per fare una forma di pecorino occorrono circa 12 litri di latte.
Proprio sulla giusta alimentazione delle pecore il Consorzio sta puntando molto, coinvolgendo gli allevatori in un progetto di semina dei pascoli con varietà di erbe stagionali e con la progressiva eliminazione dei mangimi di sintesi come integrazione della loro alimentazione.
Finora hanno aderito 5 allevamenti, con ottimi risultati. Indubbiamente questa attenzione nell'alimentazione delle pecore è un valore aggiunto per il formaggio prodotto. Per questo il Pecorino Toscano DOP è speciale.
L'ho assaggiato, in tutte le sfumature delle possibili stagionature, durante la sontuosa degustazione che la signora Vania ha preparato per noi sotto il portico della sua bella casa. 




Durante la degustazione il Presidente del Consorzio di Tutela, Andrea Righini, ci ha illustrato le caratteristiche di ogni pecorino, puntando l'attenzione proprio sulle caratteristiche delle differenti stagionature del prodotto. Una vera festa per il palato.


Poi ci siamo spostati a Roccalbegna, per visitare il caseificio il Fiorino, dove si produce un PECORINO DOP pluripremiato. 





L'ospitalità della famiglia Sergentoni è stata generosa e coinvolgente. Ci hanno aperto le porte della loro azienda e, in un'atmosfera rilassata e casalinga, ci hanno offerto la cena di venerdì e il pranzo di sabato, con piatti semplici della tradizione, ma preparati magistralmente dalle donne di casa, Giuliana ed Angela, con le piccole Sofia e Valentina.





Qui altre immagini del caseificio e della lavorazione del Pecorino.





L'autenticità  delle persone, la bellezza mozzafiato dell’ambiente circostante questo piccolo borgo, la ruvidità dei paesaggi agresti e di pascolo, viti e ulivi, e quel tocco di raffinata bellezza che è un insieme di dettagli piccoli, ma preziosi quali i colori, i suoni, i profumi intensi nell'aria, hanno reso speciale questa esperienza.